Era di professione calzolaio, uomo di svegliato ingegno e di grande allegria. Fece il soldato e fu in quel momento della sua vita che imparò a leggere e scrivere. Compose molte canzoni, di vari generi, specialmente quando si trovava in carcere, ma non tutte sono state raccolte. Fu ucciso nel dicembre del 1866.
Fra le opere conservate si citano:
Alcuni versi d’inizio tristemente toccanti:
“Un’autore cheret raccontare
sas penas de su tristu presoneri,
che un’esiliadu furisteri
bivende abbandonadu in terra anzena.
Poesia, aumentami sa vena
chi cherzo raccontare cust’historia:
lassant sa parte faghinde vittoria
e i sos suos chena bi pensare […]”
(Un autore vuole raccontare le sofferenze del triste prigioniero,che vive come un esiliato, abbandonato come un forestiero in terra straniera. Poesia, accresci la mia vena che voglio raccontare questa storia: i suoi cari lo lasciano da parte ben contenti, senza curarsi di lui.)
Bibliografia:
G. Spano, Canzoni popolari di Sardegna, Nuoro, Ilisso, 1990.