Indirizzo: via chiesa - 07010 Mara (SS)
Al centro dell’abitato si trova la chiesa parrocchiale intitolata a San Giovanni Battista. È Vittorio Angius che nel XIX secolo parla della chiesa, facente parte della Diocesi di Alghero, curata da un rettore e due sacerdoti.
L’edificio si presenta oggi come frutto di interventi in epoche differenti che ne hanno alterato la fisionomia originale a partire dal XVI secolo. L’icnografia adottata è quella, assai diffusa in Sardegna, dell’aula unica con cappelle laterali e presbiterio a pianta rettangolare. Addossato ad un fianco della chiesa è il bel campanile a canna ottagonale su basamento a pianta quadrangolare.
In alzato proprio il campanile spicca per la pregevole fattura delle forme proprie del gotico iberico, scandito da cornici aggettanti e realizzato con conci squadrati con accuratezza e posti in opera con regolarità. Il prospetto presenta, anche se in dimensioni ridotte, i canoni di scansione dello spazio già utilizzati per la facciata del Santuario di Nostra Signora di Bonu Ighinu. Ordini di lesene scanalate sovrapposte scandiscono lo spazio del prospetto verticalmente, in contrasto con le cornici orizzontali fortemente aggettanti che definiscono fasce sovrapposte. Le lesene della fascia più bassa impostano su alti plinti e terminano in capitelli troncopiramidali che sembrano replicare, nelle due dimensioni, i motivi decorativi di quelli della facciata del santuario di Bonu Ighinu. Un portale con arco di scarico a tutto sesto si apre tra due snelli sostegni verticali anch’essi scanalati e terminanti in delicati capitelli decorati. Una finestra si apre, in asse con il portale d’accesso, nello specchio mediano. La terminazione del prospetto è a spioventi.
All’interno lo spazio unico dell’aula è scandito da arcate trasversali. Cappelle laterali si aprono nei muri perimetrali: queste ospitano altari lignei policromati. Nel presbiterio trova posto un retablo, grande dipinto su tavole lignee assemblate insieme, di fine XVII- inizi XVIII secolo. Numerosi simulacri sono conservati all’interno della chiesa, databili al XVIII secolo come due tele ascrivibili al pittore Francesco Massa.
Salvatore Naitza, Architettura dal tardo ‘600 al Classicismo purista, Nuoro, Ilisso, 1992, pp. 157-158.
Alessandro Soddu, Incastellamento in Sardegna. Il caso di Monteleone, Aonia edizioni, 2013, p. 25.
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