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Architettura abitativa storica del XX secolo

Negli ultimi decenni numerose case storiche di Monteleone Rocca Doria, fino a quel momento ancora conservate, hanno subito continue ed incontrollate distruzioni e la mancata documentazione preventiva delle strutture cancellate rende difficile il processo di ricostruzione della storia dell’architettura di questo centro.
Il modello architettonico più semplice della casa, rappresentativo dell’edilizia popolare fino agli anni Cinquanta del Novecento, è riconducibile ad una tipologia elementare basata su un unico ambiente al piano terra, con arcate che ripartiscono lo spazio interno. Questa tipo è tuttavia quasi scomparso. Esistono però differenti schemi di abitazioni che, dal tardo XIX secolo, traendo ispirazione da più evoluti modelli urbani, impiegano non solamente materiali locali, ma più costosi materiali d’importazione, come tegole toscane o francesi per le coperture ed ardesia ligure per scale e davanzali.

Nelle case più semplici il focolare era sistemato al centro della stanza e la copertura povera ad incannucciato garantiva una seppur minima via d’uscita ai fumi.
Il tetto, grazie ad uno spiovente a falda unica, convogliava le acque piovane sulla strada, ma sono comunque documentabili alcuni casi di doppio spiovente: le travi maggiori supportavano i travetti e l’incannicciato, sul quale poggiava la copertura in coppi di terracotta, prodotti dalle fornaci locali.
Il pavimento era in terra battuta e la porta era composta da stipiti e da un architrave monolitico, talvolta solo sommariamente lavorato, ma in altri casi si è conservata testimonianza di una discreta gamma di tali lastroni abbelliti da elementi decorativi.

I muri perimetrali sono realizzati in doppio filare di pietre calcaree appena lavorate, legate con solo fango argilloso e riempimento con argilla e scaglie litiche: nell’impasto del legante dei muri vi si trovano degli inclusi dalla facile identificazione: frammenti ceramici, ossa e carboni.
In molte delle abitazioni storiche che non hanno subito manomissioni negli ultimi 50 anni, si conserva ancora un intonaco a base di argilla e paglia tritata, secondo una consuetudine assai diffusa negli ambienti rurali della Sardegna medievale e post-medievale, ma riconducibile più estensivamente ad un’usanza mediterranea dai limiti cronologici ampi.


Monteleone Rocca Doria: il Parco Grazia Deledda, la storia, il paesaggio, a cura di Marco Milanese
Sassari, Mediando, 2005.